La Mente Contorta: Perché Facciamo Quello che Facciamo?

Hai mai fatto qualcosa che ti ha lasciato perplesso?

Un’azione impulsiva, una scelta apparentemente irrazionale, o una reazione esagerata che sembrava arrivare dal nulla. È facile accusare il momento, le circostanze o gli altri, ma la vera risposta è più profonda. La verità è che, molto spesso, la nostra mente funziona su un livello che non comprendiamo appieno. Ed è qui che la psicologia diventa un alleato potente: svelando i complessi meccanismi dietro le nostre azioni, ci offre una mappa per decifrare chi siamo davvero.

La mente umana è un intricato labirinto di pensieri, emozioni, ricordi e impulsi. Funziona come un regista invisibile, muovendo i fili delle nostre azioni dietro le quinte. Ogni decisione, ogni reazione è il risultato di processi mentali complessi, a volte guidati dalla logica, ma spesso influenzati da fattori sotterranei come le esperienze passate, le paure inconsce o i desideri nascosti. Il paradosso?

Spesso agiamo senza capire il vero motivo dietro le nostre scelte. Pensa all’ultima volta che ti sei trovato a procrastinare su qualcosa di importante. Razionalmente, sapevi che avresti dovuto agire, ma la tua mente aveva altre idee. Questo perché la procrastinazione non è semplicemente pigrizia; è una strategia di difesa della mente contro lo stress, la paura del fallimento o l’ansia del perfezionismo. La psicologia chiama questo fenomeno dissonanza cognitiva: il conflitto tra ciò che sappiamo di dover fare e ciò che il nostro cervello cerca di evitare. È un piccolo esempio di come la mente contorta possa sabotare i nostri migliori propositi. Ma non è solo questione di procrastinazione. Ogni giorno, facciamo centinaia di scelte apparentemente minori, come cosa mangiare a colazione o quale strada prendere per andare al lavoro. Eppure, ognuna di queste scelte è influenzata da bias mentali, abitudini, e pattern emotivi che abbiamo sviluppato nel corso della vita. Alcuni di questi sono utili, come l’istinto di tirare la mano via dal fuoco. Altri, invece, sono dannosi, come quando continuiamo a ripetere gli stessi errori in relazioni tossiche o ci autoboicottiamo quando le cose iniziano ad andare bene.

Un esempio classico di mente contorta è il cosiddetto “effetto Dunning-Kruger”, un fenomeno psicologico dove le persone meno competenti in un’area tendono a sopravvalutare le proprie capacità, mentre quelle più competenti tendono a sottovalutarsi. Questo effetto può portare a una serie di decisioni sbagliate, da errori di valutazione sul lavoro a scelte personali disastrose. È una perfetta dimostrazione di come la nostra percezione spesso si distacca dalla realtà, portandoci a fare ciò che facciamo non perché sia la scelta migliore, ma perché ci sembra giusta in quel momento.

Un altro esempio è il “costo sommerso”, ovvero la tendenza a continuare su una strada sbagliata solo perché ci abbiamo già investito tempo, soldi o energia, anche quando è evidente che non porterà i risultati sperati. Continuare a restare in un lavoro che odiamo o in una relazione infelice solo perché abbiamo investito troppo per lasciar andare sono segni evidenti di questo fenomeno. La mente odia ammettere di aver sbagliato, preferisce giustificare le scelte fatte piuttosto che affrontare la realtà. Questo è uno dei tanti modi in cui la nostra mente contorta cerca di proteggerci, spesso portandoci a fare il contrario di ciò che sarebbe davvero utile.

E che dire dell’autosabotaggio?

Quella voce interiore che ti dice di non provarci nemmeno perché “non sei abbastanza bravo” o che ti spinge a mollare proprio quando le cose iniziano a migliorare. Questa tendenza all’autosabotaggio è spesso radicata in paure profonde, come il timore del successo o la convinzione di non meritare la felicità. La mente, in questo caso, preferisce restare nel familiare, anche se doloroso, piuttosto che rischiare l’ignoto. È una protezione mal concepita, ma estremamente potente. E allora, come usciamo da questo labirinto mentale? La psicologia offre vari strumenti per esplorare e riorganizzare questi percorsi contorti. Uno dei primi passi è diventare consapevoli dei propri schemi mentali e delle proprie emozioni. Imparare a riconoscere quando una scelta è guidata da una paura irrazionale piuttosto che da una logica chiara può essere un cambiamento di gioco. La pratica della mindfulness, ad esempio, ti aiuta a osservare i tuoi pensieri senza giudizio, permettendoti di vedere le tue reazioni automatiche per quello che sono: semplici risposte condizionate, non verità assolute.

Anche la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è un potente strumento per ristrutturare i pensieri distorti e modificare i comportamenti autolesionisti. Lavorando con un professionista, puoi imparare a identificare i pensieri che ti portano fuori strada e sostituirli con convinzioni più realistiche e produttive. Cambiare il modo in cui pensi può avere un effetto domino sul modo in cui agisci, portando a scelte più consapevoli e soddisfacenti. In fondo, la mente è un vasto territorio, pieno di percorsi sconosciuti e strade nascoste. Capire perché facciamo quello che facciamo è una delle chiavi per prendere il controllo della nostra vita, smettere di seguire impulsi irrazionali e iniziare a fare scelte che ci portano davvero dove vogliamo andare. Se ti senti intrappolato nelle tue stesse decisioni o desideri esplorare le ragioni dietro le tue azioni, sono qui per accompagnarti in questo viaggio di scoperta interiore.

Scrivimi a simone.borreca@gmail.com o chiamami al 3286258945. È tempo di prendere in mano il timone della tua mente e dirigere la tua vita nella direzione che desideri.


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