Il Ciclo della Vita: Gli Obiettivi Che Cambiano Con il Tempo

Il tempo scorre, silenzioso e inesorabile, modellando le nostre ambizioni e ridefinendo i nostri desideri.

Quando siamo piccoli, ogni traguardo è un mondo: imparare a camminare, dire una nuova parola, conquistare l’autonomia di andare in bagno da soli. Ogni successo è celebrato con gioia e con la convinzione che il futuro sia una tela bianca pronta a essere dipinta.

Poi cresciamo. L’infanzia lascia spazio a una nuova fase della vita, quella in cui le relazioni diventano il centro di tutto. L’amico del cuore, il gruppo di gioco, la voglia di appartenere a qualcosa di più grande. È l’epoca della socialità ingenua, dove il nostro valore si misura in base al numero di persone che ci scelgono per condividere momenti, segreti, risate.

E così si arriva alla soglia dell’età adulta, tra i venti e i trent’anni. È qui che la libertà diventa un obiettivo imprescindibile. Siamo invincibili, o almeno così ci sembra. Vogliamo esplorare, provare tutto ciò che è nuovo, innamorarci, vivere passioni travolgenti e, spesso, perdere noi stessi nella ricerca di un’identità. È l’età della scoperta, della fame di esperienze e di emozioni. Vogliamo il mondo intero, lo pretendiamo, senza nemmeno renderci conto che il tempo, anche ora, scorre veloce.

Ma poi, qualcosa cambia. Tra i quaranta e i cinquant’anni, le priorità si trasformano. Quella libertà che prima era il nostro trofeo più prezioso lascia spazio a un altro bisogno: la sicurezza. È il momento in cui il successo materiale diventa centrale. Costruire una carriera, accumulare ricchezze, assicurare un futuro sereno ai figli, dare un senso tangibile a tutto ciò che abbiamo fatto fino a quel punto. Ci convinciamo che questo sia il nostro scopo ultimo: lasciare un’eredità concreta, un segno visibile del nostro passaggio.

Ma il tempo non aspetta nessuno. E così si arriva ai sessant’anni, quando la corsa sembra rallentare, ma solo in apparenza. Qui comincia un’altra battaglia, quella contro il decadimento. Le emozioni che un tempo ci guidavano, come il desiderio sessuale e la voglia di conquistare, assumono una sfumatura nostalgica. Non cerchiamo più la novità, ma il ricordo. Vogliamo sentirci vivi ancora una volta, come allora. È l’età in cui si guarda indietro con una punta di rimpianto, cercando di rivivere frammenti di un passato che sembra sempre più lontano.

Arrivano poi i settant’anni, e ancora una volta, tutto cambia. Non sono più i beni materiali o le passioni terrene a definire il nostro scopo, ma le relazioni. È il tempo della riflessione, dell’introspezione, del valore delle amicizie sincere. Le persone diventano il nostro specchio, il nostro rifugio. Gli incontri e le conversazioni non sono più solo piaceri, ma necessità. È il modo per ricordarci che esistiamo, che siamo ancora qui, nonostante tutto.

E poi, per i più fortunati, si arriva agli ottant’anni. Qui, l’obiettivo si riduce a un bisogno essenziale: mantenere il controllo sul proprio corpo. Lavarsi, vestirsi, compiere gesti semplici che un tempo erano automatici, ma che ora richiedono uno sforzo immenso. La vita si stringe attorno a piccoli riti, a conquiste quotidiane che definiscono la dignità del presente.

Infine, i novant’anni. A questo punto, l’obiettivo è uno solo: camminare. Mantenere la deambulazione non è solo una questione fisica, ma simbolica. Significa resistere, andare avanti, anche quando tutto sembra spingerci verso la resa.

Il ciclo si chiude, riportandoci al punto di partenza. Ci ritroviamo a combattere per quegli stessi obiettivi che avevamo da piccoli, in una spirale che sembra deriderci e, al tempo stesso, ricordarci l’essenza della vita. Perché, alla fine, il tempo non è nostro nemico. È un compagno silenzioso che ci accompagna lungo un viaggio pieno di significato, se solo riusciamo a coglierlo.

E allora, qual è il vero scopo?

Forse, non è mai stato negli obiettivi che ci prefissiamo, ma nei momenti che viviamo mentre li inseguiamo. Non nel successo, ma nelle risate condivise. Non nelle ricchezze, ma negli abbracci sinceri. Non nei rimpianti del passato o nelle ansie del futuro, ma nella consapevolezza del presente.

Il tempo non aspetta. Non fa sconti. Ma ci regala un dono prezioso: la possibilità di scegliere come viverlo. Ogni fase della vita ha i suoi traguardi, ma non dobbiamo lasciarci definire da essi. Siamo molto di più. Siamo il risultato delle nostre esperienze, delle persone che incontriamo, delle emozioni che proviamo.

Quindi, fermati un attimo. Respira. Guarda ciò che hai, chi hai accanto. Non c’è un altro momento oltre questo. Non c’è una seconda possibilità di vivere il presente. Se il tempo scorre, che almeno lo faccia con noi che scegliamo di viverlo, e non solo di attraversarlo.


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