Vivi ma Morti Dentro: Il Surreale Mondo del Delirio di Cotard

Immagina di svegliarti un giorno con la convinzione di essere morto, di non avere più organi, o di essere semplicemente svuotato di ogni traccia di vita. Ogni sensazione di fame, dolore o piacere sembra una bugia orchestrata dal corpo, una trappola della mente che cerca di ingannarti. Questa è la realtà distorta e inquietante del Delirio di Cotard, una rara sindrome psichiatrica in cui le persone credono fermamente di essere morte, inesistenti, o di aver perso parti del proprio corpo. È una condizione che sfida la logica e la percezione, trasformando la propria esistenza in un’esperienza surreale e devastante.

Il Delirio di Cotard prende il nome dal neurologo francese Jules Cotard, che per primo descrisse questa condizione alla fine del XIX secolo, definendola “délire de négation” (delirio di negazione). Le persone affette da questa sindrome non solo credono di essere morte, ma possono anche rifiutare cibo e acqua, convinte che non sia necessario nutrire un corpo già privo di vita. In alcuni casi, possono sviluppare un distacco totale dalla realtà, sentendosi estranei nel proprio corpo e nel mondo, come se fossero dei fantasmi intrappolati tra la vita e la morte.

Ma cosa porta qualcuno a credere di essere morto pur essendo vivo?

Il Delirio di Cotard è spesso associato a gravi forme di depressione, schizofrenia, o disturbi neurologici come l’encefalite o i traumi cerebrali. Gli scienziati ritengono che questa condizione sia legata a disfunzioni nelle aree del cervello responsabili della percezione del sé e dell’elaborazione emotiva. In particolare, una ridotta attività nei lobi frontali e parietali può portare a una disconnessione tra l’esperienza fisica del corpo e la coscienza, creando l’illusione della non-esistenza. Per chi soffre di questo disturbo, il mondo diventa un luogo irreale e ostile. Ogni giorno è una battaglia contro la sensazione paralizzante di essere un corpo senza vita, una presenza senza sostanza. Le attività quotidiane diventano prive di significato; mangiare, bere, persino respirare appaiono come azioni futili per qualcuno che si sente morto. La percezione del tempo può distorcersi, e il presente si mescola a un senso di perpetua stasi, come se il tempo stesso si fosse fermato nel momento della propria “morte”. Il Delirio di Cotard non è solo un’esperienza psicologica devastante; ha anche conseguenze fisiche gravi. La convinzione di essere morto o di non avere organi può portare a una completa trascuratezza della cura di sé, con il rischio di malnutrizione, disidratazione e altri problemi di salute. In casi estremi, questa sindrome può portare a comportamenti autolesionistici o suicidari, poiché il paziente cerca di “riconciliarsi” con la propria percezione della morte. È un circolo vizioso in cui la mente si scontra con il corpo, negando ciò che è evidente e spingendo verso un destino tragico.

Il trattamento del Delirio di Cotard è complesso e richiede un intervento multidisciplinare. Le terapie antipsicotiche e antidepressivi sono spesso utilizzati per alleviare i sintomi, insieme a interventi psicoterapeutici volti a ristabilire un senso di connessione con il proprio corpo e la realtà. In alcuni casi, la terapia elettroconvulsiva (ECT) si è dimostrata efficace, suggerendo che il reset delle attività neuronali possa aiutare a rompere il ciclo del delirio. Tuttavia, il percorso verso la guarigione è spesso lungo e difficile, e richiede un impegno costante da parte del paziente e del team terapeutico. Il Delirio di Cotard ci invita a riflettere su quanto sia delicato il nostro senso di sé e quanto profondamente sia radicato nella biologia del cervello. È una condizione che sfida le nostre nozioni di esistenza e realtà, portandoci a considerare quanto sia facile per la mente perdere l’ancoraggio alla verità più fondamentale: quella della propria esistenza. Quando le basi stesse della nostra percezione sono messe in discussione, l’intera struttura della realtà personale può crollare, lasciandoci in un vuoto psicologico che è al contempo affascinante e terrificante. Riconoscere quanto siano preziose e fragili le nostre connessioni con il mondo, e quanto possa essere devastante perderle. Mentre la maggior parte di noi dà per scontato il proprio senso di esistenza, il Delirio di Cotard ci ricorda che, in un angolo remoto della mente, la vita e la morte possono confondersi in un gioco inquietante di percezione e realtà.


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