Adolescenti Distratti o Menti Geniali in Attesa di Essere Guidate?

Quando un adolescente fatica a concentrarsi, si perde in un flusso di pensieri apparentemente sconnessi o dimentica facilmente impegni e oggetti, la reazione più comune è etichettarlo come svogliato, pigro o poco interessato. Ma dietro ciò che viene spesso percepito come disattenzione, può celarsi una complessità cognitiva che chiede solo di essere riconosciuta, compresa e accompagnata. In qualità di psicologo e psicoterapeuta, mi trovo spesso davanti a ragazzi la cui mente corre più veloce delle strutture che la circondano: la scuola, la famiglia, le relazioni. E la loro apparente “confusione” è, a volte, il risultato di una straordinaria vivacità mentale che non ha ancora trovato una direzione. L’adolescenza è un periodo turbolento per definizione, ma quando si osservano con attenzione certi segnali — difficoltà di organizzazione, fatica nel mantenere l’attenzione, tendenza a “sognare a occhi aperti”, ma anche lampi di intuizione e pensieri fuori dagli schemi — è importante non fermarsi alla superficie. Questi ragazzi non hanno bisogno di essere rimproverati o riportati bruscamente “sulla retta via”, ma di essere ascoltati in profondità. Spesso la loro mente è come un motore ad alte prestazioni bloccato in una marcia troppo bassa: si sforza, scalcia, ma non riesce ad esprimere davvero il suo potenziale. E questo attrito continuo può generare frustrazione, ansia, calo dell’autostima, senso di inadeguatezza. Molti genitori si sentono impotenti. Provano a motivare, a correggere, a “spingere”, ma il risultato è spesso un muro di silenzio o conflitto. La chiave, invece, è spostare lo sguardo: non più cercare di far rientrare il ragazzo nei canoni della prestazione scolastica standard, ma comprendere come funziona il suo cervello. Ogni mente ha i suoi ritmi, le sue priorità, il suo linguaggio. E quando questo linguaggio viene accolto, capita qualcosa di straordinario: l’adolescente si sente visto, riconosciuto, valorizzato. È in quel momento che può iniziare davvero il percorso verso il cambiamento, non imposto dall’esterno, ma desiderato dall’interno.

Nel lavoro clinico, ciò che faccio non è solo migliorare l’attenzione o la memoria, ma aiutare questi ragazzi a conoscere sé stessi, ad allenare le loro capacità esecutive, a scoprire che esistono strategie efficaci per orientare l’energia mentale verso obiettivi concreti. Non si tratta di “curare un deficit”, ma di potenziare una struttura che ha bisogno di metodo, consapevolezza e fiducia. Spesso, attraverso il potenziamento cognitivo, il supporto psicologico e il coinvolgimento attivo dei genitori, vediamo fiorire risorse che erano rimaste nell’ombra. Un ragazzo che si distrae facilmente può diventare un adulto creativo, empatico, brillante. Ma questo dipende da quanto noi adulti, oggi, siamo disposti a vedere oltre il comportamento. Non si educa una mente vivace con la disciplina, ma con la relazione. Non si corregge una difficoltà imponendo rigore, ma accompagnando con comprensione. Ogni adolescente che oggi sembra “fuori strada”, potrebbe essere domani un talento che il mondo aspettava, ma che nessuno aveva ancora saputo leggere nel modo giusto.

Se hai un figlio o una figlia che ti sembra in difficoltà, che si chiude o si perde facilmente, non aspettare che “cresca” o “si sistemi da solo”. La crescita richiede guida, supporto e uno sguardo professionale capace di cogliere ciò che sfugge ai modelli tradizionali.

Se desideri un confronto professionale o un percorso di valutazione cognitiva e supporto psicologico per tuo figlio, puoi contattarmi per approfondire insieme. Il cambiamento è possibile. E inizia sempre da un ascolto autentico.


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